A Viareggio, nel quartiere della Darsena, ha sede questa piccola perla di ristorante.
Un locale che si fonde tra il moderno e lo stile anni cinquanta delle sedute che fa tanto case americane da film.
Lungo e stretto, con la doppia entrata su due vie diverse; la sala del ristorante può ospitare una trentina di persone in un ambiente dall'atmosfera romantica
Curiosa l'ubicazione della cucina, a vista, ma integrata in modo sapiente tra le mensole che ospitano i vini, una specie di vedo non vedo che incuriosisce l'ospite.
Pane e focaccia fatte in casa, così come la pasta e i dolci.
Si parte con un piccolo crostone con pecorino senese, composta di fichi e gambero: a prima vista verrebbe strano pecorino più pesce, invece il tutto risulta armonico ed equilibrato.
Tra gli antipasti è difficile decidere, dato le proposte accattivanti della carta, meglio ordinare i piccoli assaggi dalla cucina, che comprendono la seppia gratinata in panure, ripiena di pinoli ed uvetta con arancio a completare, una squisita crema di baccalà con olive taggiasche, il gambero in pasta kataifi su crema di peperoni, il delicato cestino di farro con crema di asparagi e scampi, la battuta di melanzane con San Pietro e salsa di alici. Volendo c'è anche il "crudo" del giorno.
Il bello di questi piatti è che gli ingredienti sono complementari, ognuno ha la sua personalità, ma non prevale sull'altro.
Stesso concetto che ritroviamo anche nei primi: formidabili gli "gnudi" di ricotta con vellutata ai frutti di mare, ruffiani i maccheroncini con calamari, asparagi e pesto di spinaci novelli, che boccone dopo boccone rilasciano la loro spiccata personalità.
Tra i secondi, merita provare il tonno scaloppato in crosta di pistacchio o la treccia di branzino al forno con ricotta salata, pomodoro e mandorle, diciamocelo un grande omaggio al sud.
Tra i dolci da non perdere un assaggio la tarte tatin rivisitata con le pere e la cannella.
Giro d'Italia vinicolo, con una accurata selezione di bianchi e rossi.